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Addio a Pasqualino Morbidelli
Un altro lutto ha colpito la boxe italiana. Tre giorni fa ci ha lasciato Pasqualino Morbidelli all’età di 72 anni. “Lino” per un buon periodo è stato la colonna portante della boxe e della tradizione civitavecchiese, anche se era nato ad Allumiere. Persona attiva era molto presente alle riunioni organizzate a Civitavecchia e a Santa Marinella, divenuta la sua residenza, soprattutto quando organizzava il suo amico Maurizio Sebastiani, che aveva conosciuto da dilettante. Rappresentava il seguito di quello che assomiglia ad un romanzo iniziato con Carlo Saraudi e i suoi figli Giulio e Vittorio, in buona compagnia con Vittorio Tamagnini, Franco Scisciani, Salvatore Manca e Nicola Funari. Lui divenne il passaggio da quella che era considerata la vecchia guardia a quella nuova che avrebbe furoreggiato con Silvio e Gianluca Branco, per arrivare ai giorni nostri con Emiliano Marsili. Lui in pratica colmò un vuoto che divenne più accettabile, anche perché parliamo di un ottimo dilettante vincitore agli Assoluti del 1969 e !972 a Roma nella categoria dei piuma. Conquisterà anche il Bronzo ai Giochi del Mediterraneo e farà parte degli Azzurri che andranno alle Olimpiadi di Monaco nel 1972. Anche lui si era formato sotto la preziosa guida di Peppe Peris e lo rivelava attraverso una buona tecnica e solidità, per dirla in gettoni un pugile completo. Nel 1973 fece il gran salto nel professionismo e si mise subito in luce arrivando ad una sfida valevole per il titolo italiano. L’incontro si svolse a Sassari e il campione era Michele Siracusa con il quale aveva impattato in precedenza a Roma. Siracusa era nato a Tunisi da padre italiano, ed era dotato di discreta potenza, un brutto cliente quindi. Pasqualino nell’occasione compì un piccolo capolavoro, considerando che i favori del pronostico erano indirizzati all’avversario. Fece un match tutto d’attacco, costringendo il campione ad un’affannosa difesa. La soddisfazione di essere campione durò appena due mesi, a dargli un dispiacere fu il marchigiano Sergio Emili, che anche da dilettante lo superò nella finale degli Assoluti nel 1971. Pasqualino accettò quindi di andare in trasferta in Brasile per affrontare uno dei più grandi campioni come poteva essere il fenomenale Eder Jofre, che all’epoca aveva 39 anni, ma aveva mantenuta intatta la sua micidiale potenza e il nostro durò appena quattro riprese. Rigiocò la carta del titolo con Emili, dal quale fu nuovamente sconfitto. Si ritirò nel 1978 con un record di 16 vittorie, 7 sconfitte e 1 pari.